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G iuseppe

L oprete

NU
OV
E

T CNOLOGIE

BIENNIO

Salve, mi presento: Sono Giuseppe Loprete ho 26 anni e vengo da Catanzaro (Calabria).
Sono figlio unico ma non per questo son venuto su viziato, anzi, posso solo dire di aver avuto
un’infanzia abbastanza tranquilla, almeno quella. Ho sempre avuto la passione per il disegno e il
cinema fin da piccolo, in particolare per il fumetto; disegnavo in continuazione storie e personaggi
creati da me o presi da ciò che mi circondava, da persone reali del mio quartiere ad esempio. Decisi
quindi di frequentare il liceo artistico per portare avanti queste passioni e solo oggi posso dire di
non essere stato pienamente soddisfatto del bagaglio che mi ha lasciato, a parte qualche piccola
eccezione data dagli amici, le avventure, le risate e gli scherzi vissuti tra i banchi. Fui tentato più
volte di cambiare indirizzo in quegli anni per via di un’altra mia piccola passione: la tecnologia.
Andò tutto bene finchè non arrivò il 2006, un anno in cui ci fu un b rutto evento che segnò per
sempre la mia vita. Durante l’ultimo anno del liceo coltivai tanti sogni e ambizioni sulla strada
che avrei voluto percorrere, ma una volta terminati gli studi non riuscii a realizzarli per problemi
di vario tipo (un sogno di questi era di poter entrare in una scuola di fumetto). Mi iscrissi così al
corso di Grafica all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria prima, per poi cambiare
successivamente in quella di Catanzaro, in cui mi diplomai. Neanche questa esperienza mi
appagò a pieno, sentivo di non aver ancora trovato quello che cercavo realmente. Decisi di tentare
la fortuna e il tutto per tutto iscrivendomi ai test del corso biennale di fumetto all’Accademia di
Belle Arti di Bologna. Ero convinto di poter entrare, poiché per una sola volta ho creduto nelle mie
potenzialità e in me stesso. Mi sbagliai. Non mi presero, nonostante i miei impegni e i miei sacrifici
anche economici che avevo puntato su questo corso. Ancora oggi non capisco e credo che mai
capirò cosa gli abbia fatto dubitare nello scegliermi, soprattutto dopo che vidi i disegni dei
candidati scelti, che, per carità, non mi sono mai sentito Lucio Parrillo, ma neanche così scarso
come loro.
E vabbè, mi dico sempre: evidentemente non era questo il tuo destino.
Questo episodio mi buttò giù, molto giù, tanto da farmi dubitare del mio potenziale e lasciai
perdere tutto ciò che riguardava il disegno per molto tempo. Andai a vivere ad Edimburgo per un
anno, sapevo che un viaggio lontano da tutto e tutti mi avrebbe fatto riflettere sulla mia vita e
su ogni cosa che avevo fatto fino a quel momento.
Forse avrei ritrovato ciò che sono e, sapete come si dice: quello che non ti uccide ti rende più
forte..o più strano, a seconda delle situazioni.
Fu una bellissima esperienza, conobbi tanta gente nuova e per mantenermi feci qualsiasi tipo di
lavoro. All’inizio non fu facile, ma non tardarono ad arrivare le piccole soddisfazioni, come quando
realizzai un video per una sfilata di moda per un evento di Save the Children.
Durante una gita nelle Highlands scivolai da una collina e mi ruppi una mano, ma non me ne
accorsi subito e continuai a lavorare finchè il dolore non peggiorò tanto da costringermi a
tornare in italia per fare degli accertamenti. Una volta tornato in patria trovai lavoro come grafico
in un’azienda. Mi occupai, insieme ad un’altra ragazza, della grafica di alcuni siti web e della
pubblicità di alcuni esercizi commerciali. Terminato il contratto in estate decisi di rimettermi in
gioco e lasciai perdere Bologna per trovare la mia strada altrove: Qui a Torino per l’esattezza.
Non so come andrà, non so se ho fatto la scelta giusta, credo che solo il tempo potrà dirmelo, io
nel frattempo continuo a darmi da fare, sperando solo di esplodere un giorno (non in senso
letterario).


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