Tecnica del mosaico .pdf

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Author: Federica Roserba

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LA TECNICA DEL MOSAICO

Consiste nell’applicare sull’intonaco di pareti o pavimenti delle tessere di pietre naturali, terracotta o
paste vitree per formare motivi decorativi, figure singole o scene complesse.

La superficie su cui andava realizzato il mosaico
pavimentale veniva preparata attraverso alcuni
procedimenti ben distinti: per prima cosa si dava una
leggera pendenza al suolo per permettere lo scolo delle
acque e si ricopriva con un conglomerato di sassi grandi
come un pugno, ottenendo così il primo strato (vedi 1
nell’illustrazione). A sua volta questo veniva ricoperto con
materiali più fini, utilizzando tre parti di ghiaia e una di
calce (2); il terzo strato, detto nucleus, era costituito da tre
parti di cocciopesto e una di calce e aveva uno spessore di
circa 12 cm (3).
Alla fine il pavimento veniva livellato e ricoperto con sabbia,
calce e polvere di marmo per rendere la superficie più
compatta. A questo punto si stendeva il cemento (4) e i mosaicisti vi disponevano sopra le tessere (5), seguendo il
disegno preparatorio approvato dal committente.

A partire dal IV sec d.C. viene utilizzato anche per a decorazione di cupole e volte in particolar modo
nell’arte paleocristiana e bizantina.
Tessere in pasta vitrea – Vetro (ossido di silicio) viene opacizzato con un composto di Piombo e Stagno e
colorato con Sali minerali
Tessere dorate – Viene aggiunta la foglia d’oro tra due strati di vetro. Quello sottostante o rosso o verde, lo
strato di sopra viene lasciato trasparente
A seconda dell’effetto di rifrazione della luce che si voleva ottenere, le tessere venivano applicate con una
leggera inclinazione, potevano seguire i contorni, o i panneggi, o le capigliature ottenendo un effetto mosso
da bagliori luminosi

In particolare a Ravenna si nota la presenza di tessere di diverse dimensioni, materiali e forme:





marmi bianchi per gli incarnati
lamina d’oro per gli sfondi
lamina d’argento per i nimbi
madreperla per le gemme


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