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Discorrendo in chat con un amico mi è tornato in mente un fatto divertente che mi piace condividere.
Dopo le scuole medie feci il Liceo classico. All’Istituto S. Orsola di Parma. Liceo classico privato,
confessionale, condotto dalle Suore Orsoline Missionarie del Sacro Cuore. Avevo chiesto io stesso ai miei
genitori di poterlo frequentare. Non perché fossi particolarmente favorevole alle scuole private (elementari
e medie le avevo frequentate in scuole statali), né per l’orientamento cattolico (anche se da sempre
credente e persino praticante, giusto in quegli anni mi iscrissi alla FGCI, federazione giovanile affiliata al
PCI), ma perché all’epoca era indubbiamente il miglior Liceo classico di Parma. Una scuola condotta in
maniera eccellente da persone straordinarie, tra cui mi piace ricordare con grande affetto la Preside, Madre
Agostina, al secolo Elisabetta Marchetti, donna incredibilmente tosta, energica, una autentica ‘Virago’
celata in abito monacale.
Siamo stati una bella classe. Unita e affiatata
Tra le cose più divertenti, avevamo 'inventato' un verbo greco:
'Ωδεοί' (‘odeonizomai’)
Si tratterebbe del riflessivo del verbo (inventato) 'Ωδεοί' (‘odeonizo’). Ossia, in pratica, 'io MI (riflessivo)
odeonizzo'.
Lo spunto era dato dal nome del programma di Raidue 'Odeon-tutto ciò che fa spettacolo'. Programma a
quei tempi famoso perché, trattando di tutto ciò che fa spettacolo, non poteva trascurare gli spettacoli
erotici, e quindi fu il primo programma nella tv italiana che trasmise senza censure immagini di ballerine in
topless. Seguitissimo da tutti i compagni di classe…
Nella nostra mente di studenti 'classici' bacati, pertanto, il verbo 'Ωδεοί' (mi 'odeonizzo') si
traduceva esattamente:
'Do spettacolo perché non ho studiato un c…o ma siccome il prof mi ha chiamato ad interrogazione
qualcosa mi devo assolutamente inventare facendo leva:
- sulle reminiscenze del lontano passato o della lezione del Prof in classe;
- sul tentativo di piegare la domanda che mi è stata fatta verso qualcosa cui sappia rispondere;
- sui suggerimenti dei compagni;
- sulla fantasia più sfrenata;
- su qualsiasi cosa mi venga in mente e possa rivelarsi utile...'.
Di fatto era una genialata anche solo essere riusciti a condensare un concetto del genere in una parola sola.
Un verbo! Riflessivo!! GRECO!!!.
Eravamo una classe di soggetti pieni di fantasia, non c'è dubbio.
Io nell' 'Ωδεοί' mi piazzavo in discreta posizione. Più o meno entro i primi 10 posti (in classe
eravamo 29).
Ma alcuni erano realmente imbattibili ed infinitamente più bravi di me.
Chiamati alla cattedra, bastava guardare i compagni e dire 'Ωδεοί'. Questo voleva dire ad un tempo
'preparatevi a suggerire' e 'godetevi lo spettacolo'.
I veri artisti arrivavano a prendere 7, 7 e mezzo, magari persino 8 senza avere realmente studiato una
beata cippa!
Genio puro.
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