Mia dolce Sara (PDF)




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Certi ricordi affiorano nella mente e ritornano come gemme di primavera dopo un lungo riposo. La bellezza e l’armonia
non è un segreto da tenere chiuso in una stanza,ma necessita di vivere e mostrarsi per darci un senso compiuto alla
nostra vita e raccontarci il profondo mistero della nostra esistenza. Così accadono cose che ci attraversano e lasciano
impronte indelebili. Tempo fa, andai al mare con la mia nipotina Sara. Quel giorno è impresso nella mia memoria e
nell’anima.
Osservavo con tenerezza la mia nipotina giocare con le piccole onde che accarezzava, come a un gattino che s’arruffa il
pelo; poi, lei le raccoglie nelle sue piccole mani e si meraviglia di come scivolano via divertite.
"Nonno, guarda, prendo il mare fra le mani. Ne vuoi un po’?
Le sorrido e stendo le mani per accogliere il suo dono. A lei piaceva pensare di tenere il mare nel cavo delle mani. E’
una sublime idea. Solo un'anima di bambina ha accesso all’infinito, al pensiero dell'immenso che non ti sopprime. A Lei
viene da immaginare che Dio sia un bambino, o almeno deve somigliargli molto; così s'inventa un potere di dea: con il
movimento delle mani finge di dirigere il gioco delle onde che cantano tra le spume del loro eterno movimento sulla
sabbia fine. Durante il nostro gioioso ritorno, la mia piccola dea chiede pensierosa: nonno, di chi è il mare?
Già. Di chi è il mare. A me fu raccontato che il mare è un dono di Dio destinato a tutti gli uomini. , Le sorrisi,
aggiungendo: i grandi doni di Dio per gli uomini nascondono un segreto e un mistero che ha nascosto nel cuore di
ognuno di noi; e tale rimane fino a quando non siamo pronti a farcelo rivelare. La sua risposta mi ha sorpreso: allora
nel mare c’è Dio, per stare intorno a noi, dappertutto. Tornato a casa, scrissi una poeia per lei.

Il mare di Sara
Affiora timidamente
il canto di spumose onde.
Per un attimo, si sospende
in una rima d'antica arte
dimentica degli orrori
e, fors’anche, dei miei errori.
Son qui, a giocar con loro,
lasciandomi accarezzare d'oro
e crisolito, in sprazzi densi
discesi dagli spazi immensi:
su me sposano, dolcemente
di mia carne, le ferite aperte.
Un'attesa di eternità
infinitesimo bagaglio
via dal tempo e il vaglio:
così, il cuore diluisce le viltà
disperde ogni cosa avvinta,
come in corpo astrale, di cometa,
quando il sole su di lei sgomenta.
Dedicata alla mia nipotina, ai suoi occhi luminosi, alla gioia del suo sorriso; all'incanto della vita e alle ferite che ti
lascia; ai dolorosi dubbi che mai ti abbandonano. Dedicata pure a quei pochi che sognano di volare alto e interpretano la
vita con ali d'aquila, nonostante le tempeste e la vastità del dell’anima, cercano il nido, là dove l'anima solitaria incontra
il suo vero Destino, che ab antico, ma anche “sic et nunc”fa risuonare la sua voce con la promessa d’amore che un
giorno abiteremo le stelle insieme, per sempre.






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